Vene Varicose e Gravidanza: che fare?

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    Il Dottor Pinto, Chirurgo Cardiovascolare a Milano, spiega come comportarsi con il tema delle vene varicose durante la gravidanza.

    Durante la gravidanza il corpo della donna va incontro a modificazioni che influiscono negativamente sulla circolazione venosa degli arti inferiori. Gli stravolgimenti ormonali che avvengono nel primo trimestre, portano ad un forte aumento dei livelli di progesterone. Questo ormone essenziale per il concepimento e per la gestazione, genera una dilatazione a livello della parte bassa dell’addome, che a sua volta causa riempimento delle vene pelviche. Nelle prime settimane di gravidanza, quindi, il sovraccarico delle vene pelviche, porta l’improvvisa comparsa di varici agli arti inferiori ed ai genitali esterni (la vulva). Nel prosieguo della gravidanza, a causa dell’aumento delle dimensioni dell’utero, le vene pelviche verranno progressivamente compresse e creeranno un ostacolo al naturale decorso del sangue verso il cuore. La prevenzione della comparsa delle varici durante la gravidanza, si basa sui seguenti punti: utilizzo di apposite calze elastiche, a compressione che può arrivare anche a gradi elevati nell’ultimo periodo; evitare eccessivo aumento ponderale, ossia evitare aumento di peso; attenersi alle norme comportamentali che prevedono sostanzialmente l’assunzione, quando possibile, di una posizione con piedi sollevati rispetto al cuore; evitare i posti caldi e la prolungata stazione eretta; è utile effettuare linfodrenaggi e, per ciò che riguarda l’utilizzo di scarpe col tacco, non superare i 3-5 centimetri. Durante la gravidanza, la tendenza è quello di cercare di evitare qualsiasi tipo di intervento chirurgico curativo delle varici; è anche vero però, che trattamenti di tipo chirurgico, possono essere effettuati qualora si creasse una situazione di urgenza assoluta. Queste urgenze possono essere, la Crossectomia safeno-femorale, cioè la legatura della safena in caso di flebite che risale verso l’inguine; la Trombectomia, cioè l’incisione e l’asportazione del Trombo, in caso di Trombosi dei gavoccioli varicosi.

    Una volta partorito, vengono improvvisamente a mancare tutte le condizioni che hanno determinato l’insorgenza delle varici durante la gravidanza e quindi, si creano i presupposti affinchè tutto possa rientrare. Ci vorranno, in ogni caso, alcuni mesi prima di vedere cosa succede alle varici. Generalmente le varici Vulvari ed quadri varicosi di modesta entità, regrediscono completamente. La presenza però di fattori di rischio, quali la predisposizione ereditaria ed il sovrappeso, o l’esistenza di un quadro varicoso modesto già prima della gravidanza, rendono più facile il conclamarsi di una malattia varicosa destinata a non regredire. La presenza di un coagulo (o trombo) all’interno di una vena varicosa, è una condizione che, in gergo medico, viene definita flebite. Questa malattia può avere un decorso benigno e limitato alla zona di insorgenza, quindi regredire con un ritorno ad un quadro di normalità, ma potrebbe anche estendersi e risalire verso il cuore, con il rischio di raggiungere una vena interna e diventare molto pericolosa. In questo caso la terapia, è pertanto rivolta alla prevenzione di un’eventuale embolia ed è attuata con eparine a basso peso molecolare; in sede di coagulo è possibile applicare prodotti all’ossido di zinco o pomate a base di eparina. Se il coagulo si avvicina troppo alle vene interne, risulta necessario intervenire chirurgicamente, anche in gravidanza, con intervento di legatura della grande vena safena, per evitarne la progressione“.

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    Dott. Antonio Pinto
    Laureato in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti c/o l’Università degli Studi di Milano nel 1986. Specializzato in Chirurgia Generale e in Chirurgia Vascolare con il massimo dei voti c/o l’Università degli Studi di Milano.

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