Cosa si intende per terapia del dolore?
Quando parliamo di Terapia del Dolore, ci stiamo riferendo ad un concetto molto ampio che racchiude tanti argomenti e tante situazione. Genericamente possiamo vedere la Terapia del Dolore come quella disciplina che ha tra le sue finalità quella di fare una corretta valutazione del dolore (specialmente di tipo cronico) per trattarlo poi nella maniera più corretta. Non parliamo solamente di farmaci, ma anche di trattamenti che vengono effettuati sul paziente attraverso l’uso di moderni macchinari adatti allo scopo.
Che cos’è il dolore
La IASP, ossia l’associazione internazionale per lo studio del dolore (Washington), definisce il dolore come “un’esperienza emozionale e sensoriale spiacevole che si associa ad un danno tissutale potenziale o in atto, o comunque descritta in termini di danno”.
Lo IASP prosegue dicendo che:
“L’incapacità di comunicare verbalmente non nega la possibilità che un individuo stia vivendo dolore e abbia bisogno di un trattamento adeguato per alleviare il dolore. Il dolore è sempre soggettivo. Ogni individuo impara l’applicazione della parola attraverso esperienze legate a preconcetti della prima infanzia. I biologi riconoscono che quegli stimoli che causano dolore sono suscettibili di danneggiare il tessuto. Di conseguenza, il dolore è quell’esperienza che associamo al danno tissutale reale o potenziale. È indiscutibilmente una sensazione in una parte o in parti del corpo, ma è anche sempre spiacevole e quindi anche un’esperienza emotiva. Esperienze che assomigliano al dolore ma non sono sgradevoli, ad esempio la puntura, non dovrebbero essere chiamate dolore. Esperienze anormali spiacevoli (disestesie) possono anche essere dolore ma non necessariamente, perché soggettivamente, potrebbero non avere le solite qualità sensoriali del dolore. Molte persone riferiscono dolore in assenza di danni ai tessuti o di qualsiasi probabile causa fisiopatologica; di solito questo accade per motivi psicologici. Di solito non c’è modo di distinguere la loro esperienza da quella dovuta al danno tissutale se prendiamo il rapporto soggettivo. Se considerano la loro esperienza come un dolore e se la denunciano allo stesso modo del dolore causato dal danno tissutale, dovrebbe essere accettata come dolore. Questa definizione evita di legare il dolore allo stimolo. L’attività indotta nei percorsi nocicettore e nocicettivo da uno stimolo nocivo non è il dolore, che è sempre uno stato psicologico, anche se possiamo ben capire che il dolore ha spesso una causa fisica prossima”.
Qui la definizione completa dello Iasp in lingua originale.
Terapia del dolore: i trattamenti
Parlando di terapia del dolore, vediamo come ci sono diversi tipi di trattamenti che possiamo dividere in:
- Terapia Farmacologica
- Terapia non farmacologica
Terapia del dolore farmacologica.
Partiamo dalla doverosa premessa che farmaci, terapia e trattamenti, vanno nel modo più assoluto prescritti dal proprio medico di fiducia, perché questo è l’unico modo per occuparci della nostra salute, evitando quindi in modo categorico l’auto-diagnosi o peggio ancora l’auto-cura. Quindi una visita antalgica è assolutamente doverosa prima di incominciare una qualsiasi terapia del dolore. Detto questo i farmaci che spesso vengono utilizzati per questo tipo di terapia possono essere i più comuni Fans, ossia farmaci anti-infiammatori non steroidei che hanno un effetto appunto anti-infiammatorio, antipiretico e analgesico.
Terapia del dolore non farmacologica.
L’approccio terapeutico relativo alla terapia del dolore non farmacologico, va ovviamente valutato in base al tipo di dolore. Un dolore cronico ad esempio viene trattato diversamente da un dolore più saltuario ed occasionale. Tra le terapie più efficaci che possiamo attuare ricordiamo ad esempio la regenoterapia, la crioterapia, radioterapia, i massaggi e la fisioterapia. Da non dimenticare anche un eventuale approccio psicologico da affiancare al percorso di cura, perché molto spesso i dolori, soprattutto quelli cronici, potrebbero avere anche aspetti psicosomatici.